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Fatti per l'impresa/70° Cna Bologna

L’energia di Irene Grandi per una serata indimenticabile nel cuore di Bologna per i 70 anni Cna lo scorso 16 luglio

“Che emozione cantare in Piazza Maggiore”

Clicca sull'immagine per Irene Grandi live in Piazza Maggiore

Lo scorso 16 luglio in piazza Maggiore è stata la protagonista assoluta, insieme a Francesco De Gregori, dell’evento clou per i festeggiamenti dei 70 anni di Cna Bologna. Sul palco allestito davanti alla basilica di San Petronio, davanti a un pubblico avido di emozioni, Irene Grandi ha eseguito molti dei brani che l’hanno resa celebre, da “Bum bum” a “La tua ragazza sempre”, passando per “In vacanza da una vita” e “Bruci la città”, senza dimenticare il commosso ricordo di Pino Daniele con “Se mi vuoi”, fino all’ultima hit “Un vento senza nome”, presentata all’ultimo Festival di Sanremo. Un anno particolarmente ricco di soddisfazioni, questo, per la cantautrice toscana che nel 2015 è ritornata in scena dopo un periodo di pausa e di grandi cambiamenti. Dopo il Festival, infatti, la cantante ha girato l’Italia con la sua nuova band nel tour che si è appena concluso, partecipando alla festa di Piazza Maggiore di Bologna con l’energia e la classe che caratterizzano le sue esibizioni live.

“Porto dentro di me il calore del pubblico e le sensazioni di un evento davvero coinvolgente, riuscito anche per l’allestimento ad hoc con lo schermo gigante alle spalle della band”

Irene, che ricordo hai della tua performance bolognese e che emozione è stata per te cantare in piazza Maggiore in quella che, musicalmente parlando, è ormai la piazza di Lucio Dalla?
“Porto dentro di me il calore del pubblico e le sensazioni di un evento davvero coinvolgente, riuscito anche per l’allestimento ad hoc con lo schermo gigante alle spalle della band. E poi cantare in piazza Maggiore dà sempre una carica speciale a chi, come me, ha vissuto molto questa terra per i miei passati percorsi musicali. È stato bello per me vedere la partecipazione di tante ragazze, soprattutto in prima fila, e questa è una cosa che mi fa particolarmente piacere perché capisco quanto si sentano vicine e quanto si riconoscano nei testi delle mie canzoni. Nel dietro le quinte ci siamo incrociati con De Gregori tra le nostre esibizioni e quello è stato un incontro molto piacevole in cui ho apprezzato un artista particolarmente felice di stare sul palco. Ecco, vorrei dire che quella dello scorso luglio a Bologna è stata sicuramente una serata caldissima, non solo per la temperatura… esibirsi all’aperto dà sempre una sensazione più fisica, coinvolgente e gratificante per chi vive la musica come me”.


Hai appena finito di girare l’Italia con la tua band per presentare il nuovo album “Un vento senza nome”, qual è il bilancio del tour?
“Dopo cinque anni di assenza e un album di inediti con brani coraggiosi come quello che dà il nome al tour e che ho presentato a Sanremo, sono felice di aver visto la partecipazione di un pubblico sempre molto trasversale ma anche più intimo, con un applauso dopo le canzoni meno urlato ma più caldo, quasi più profondo. Del resto dopo le collaborazioni degli anni passati con Vasco, Jovanotti, Pino Daniele, in questa occasione ho avuto la possibilità di fare cose diverse e lavorare con artisti come Baustelle, Cristina Donà, e arrivare a concepire brani d’autore, più ricercati e di conseguenza in linea anche con una diversa tipologia di pubblico nei concerti”.

Quali sono i progetti di Irene Grandi dopo aver terminato le fatiche del tour?
“Direi che è tempo di dedicarmi un po’ al mio compagno, di restituirgli qualcosa di ciò che mi ha dato lui negli ultimi mesi, tocca a me adesso prendermi cura di lui. Come dice Vasco, gli artisti sacrificano un po’ tutto per realizzare le proprie idee e i propri sogni, ma a un certo punto ci si rende conto che oltre alla musica c’è dell’altro, ci sono cose che contano tantissimo. Con il mio produttore Saverio Lanza abbiamo deciso di lasciare che le cose artistiche nuove nascano spontaneamente, continuando a suonare in giro, tra le attività quotidiane che ci vedono impegnati al di fuori della musica. In questo senso vivere in Toscana mi permette di non dover interrompere qualcosa per dedicarmi ad altro, ma posso coltivare i miei vari interessi visto che anche i musicisti della mia band sono toscani. Da quando ho scoperto il piacere di vivere meno in movimento, meno zingara e ho potuto dedicarmi maggiormente alle persone che conosco fin da bambina come pure alla campagna, ho capito l’importanza dei luoghi anche per una maggiore serenità. Da alcuni anni mi sono appassionata alla pratica dello yoga e questa è una di quelle attività che mi piace portare avanti con metodo, una di quelle cose che mi fa dire: dopo un tour più che partire per andare in vacanza preferisco stare a casa circondata dalla campagna toscana”.

Come giudichi il panorama musicale italiano e i talent show come X Factor o The Voice?
“All’inizio sono rimasta favorevolmente impressionata e li guardavo con entusiasmo, ho anche partecipato ad alcune edizioni. Li ho percepiti come una delle poche possibilità per i giovani di poter emergere, soprattutto dopo la chiusura di eventi come il Festivalbar. Col tempo però, mi sono accorta che le chances offerte da questi programmi televisivi stanno diventano l’unico modo per poter diventare un cantante in Italia, in qualche modo sta venendo fuori il concetto che chi non partecipa a un talent non può diventare un artista, o sei dentro o sei fuori. E questo naturalmente deforma il concetto alla base di questi luoghi dedicati ai giovani. In Italia mancano sicuramente i locali in cui le nuove leve del nostro settore possano suonare, esprimere se stessi, farsi conoscere e trovare una propria identità o autori con cui lavorare. In questo senso posso dire che il Festival di Sanremo rimane, tutt’ora, l’unico spazio dedicato alla musica e alle canzoni nuove. E allora, meno male c’è Sanremo”.

“Dopo cinque anni di assenza e un album di inediti con brani coraggiosi come quello che dà il nome al tour e che ho presentato a Sanremo, sono felice di aver visto la partecipazione di un pubblico sempre molto trasversale ma anche più intimo”